Dalla Fede sarda alla Corbula  in questa pagina troverete nomerose curiosità sui gioielli presenti nel nostro sito Marina Ferraro gioielli. Per qualsiasi altra domanda non esitate a contattarci. Buona Lettura!

 

La Fede sarda: tra storia e magia..

La fede sarda è legata alle più antiche e sentite tradizioni sarde.


Nella leggenda…

La leggenda narra che la prima fede sarda fosse stata forgiata dalle Janas, le fate che abitavano le aree più selvagge della Sardegna pre-nuragica. All’interno delle loro abitazioni, le “domus de Janas”, le fate laboriose tessevano pazientemente e minuziosamente i sottili fili d’oro creando gioielli unici. Le creazioni venivano poi da loro indossate nelle occasioni speciali, come l’incontro con la divinità.

La tradizione racconta che l’uomo prima di fare la proposta di amore eterno alla sua futura sposa si rivolgesse alle Janas per avere la loro protezione e il loro aiuto. Le fate, per sostenere il giovane, intessevano un filo d’oro creando una fede sarda che lui avrebbe dovuto far indossare alla ragazza sull’anulare sinistro, il punto esatto dove passa una vena che arriva direttamente al cuore, la vena amoris.

Nella Storia….

La fede sarda nell’antichità veniva tramandata di generazione in generazione. Il passaggio avveniva durante le grandi occasioni della vita: il matrimonio o la nascita di un figlio/a; quindi accompagnava la medesima famiglia per secoli e si rendeva così testimone di un tempo che scorre inesorabile.

Nella fede sarda le piccole sfere rappresentano i chicchi del grano e sono, quindi, simbolo di prosperità, ricchezza e fertilità, i fili intrecciati della filigrana stanno ad indicare il legame prezioso e indissolubile tra i due componenti della coppia.

È per questo motivo che la fede sarda è circondata da un’aura così magica e ultraterrena!

 

 

La Corbula

I gioielli Corbula sono tra i più conosciuti e apprezzati dell’isola, semplici ma di effetto, scopriamo insieme la loro storia!

Il nome significa “cesto in fibre naturali”, la Corbula è infatti l’ampio cestino sardo, privo di manici, che faceva parte del corredo-dote della sposa.

Le artigiane artiste erano proprio le donne sarde che intrecciavano e ricamavano sapientemente e con grande amore i cestini, arricchendoli con particolari decori. Realizzare una bella Corbula era un orgoglio personale, per questo motivo le donne non esitavano a chiedere consigli ai corbulai, i venditori ambulanti di Corbule.

La funzione comune della Corbula era quella di contenere e trasportare il pane, la farina o misurare il grano (era, infatti, uno degli antichi strumenti di misurazione delle granaglie), ma aveva anche una funzione estetica: veniva appesa al muro o esposta sulle mensole per arredare e conferire calore all’ambiente domestico e oggi anche indossata come gioiello.

La forma tronco conica e a spirale della corbula richiama la fertilità e la prosperità: le qualità della donna generatrice di vita. Il cesto rappresenta, infatti, la funzione femminile di contenere e mantenere la vita, di proteggere e nutrire.

È proprio il cestino ad aver ispirato la realizzazione dell’iconico gioiello, che è un vero e proprio cesto sardo in miniatura che, con le sue brillanti spirali riesce a incantare, rimanendo indenne allo scorrere del tempo e al variare delle mode.